A Phrae e a Phatcheburn.
Con le fibre di lana che amalgamano
i continenti, ancora una volta, Ruth Bucci-Baumer di origine Svizzera , che
normalmente offre corsi creativi di feltro in Italia, ha trascorso l'inverno, come volontaria, in due orfanatrofi
al Nord e al Centro della Thailandia.
Ruth
e 'stata sostenuta dalla DHG Main Street,
che generosamente le ha fornito il materiale
necessario alla realizzazione del suo progetto.
"Le
casa e le scuole in Phrae e Phatcheburn gestite da un’ associazione cristiana con sede
in Australia sono stati i luoghi nei
quali ho trovato una base eccellente di lavoro come arte- terapista .
Ho cominciato
a lavorare a Phrae con i bambini dell'asilo, nei quali la curiosità verso questo materiale sconosciuto ha rappresentato decisamente
un buon inizio.
Il
contatto con l'acqua, inizialmente freno per questi bambini, ai quali era stato insegnato di non bagnarsi,
presto, subentrato l’aspetto ludico, si é trasformato in un grande interesse ed un conseguente coinvolgimento .
Ben
presto, nei piccoli, è emersa la voglia di creare, divertendosi, e giorno
dopo giorno nascevano nuovi oggetti in feltro .
Tramite
questo modo di “fare feltro” ho potuto insegnare ai più piccoli, nel modo sensoriale, la conoscenza dei colori, delle forme e dei materiali ed in
particolare per Freddy e Ploy,due bambini nati con Handicap, “fare feltro” è stata una vera manna
terapeutica che ha contribuito a migliorare il loro sviluppo psicomotorio e favorirne
la crescita.
Nella
seconda struttura a Phatcheburn, vivono circa 100 ragazzi di tutte le età , strutturati in piccole
famiglie che frequentano la scuola nell’istituto adiacente, costruito dagli Australiani
con il placet dello Stato Tailandese, la
scuola ospita inoltre circa 1500 bambini
provenienti da tutta la regione.
Questi
bambini potevano partecipare alle
lezioni di feltro soltanto nel tempo libero dopo aver svolto i loro compiti
quotidiani che consistevano in attività di pulizia, giardinaggio, lavori in agricoltura, dare da
mangiare ai pesci, pescare e aiutare in
cucina ecc ecc.
Con
immenso piacere osservavo che appena disponevano di un poco di tempo manifestavano
una gran voglia di farsi un oggetto personale.
Avere
un oggetto personale in feltro veniva visto come posizione privilegiata. I maschi volevano
tutti la borsa o una cravatta, le femmine creavano fiori o foulard leggeri.
Spesso
mi sentivo in difficoltà a rimandare i
bambini al giorno successivo in quanto la partecipazione spontanea ma, così
numerosa, mi impediva di seguirli.
Percepivo,
e lo confermo tutt’ oggi, che fare
feltro in Thailandia, nelle scuole e negli orfanatrofi, ha rappresentato il veicolo
ideale per creare contatti belli nello spazio di tutte le età. L’unione delle
fibre di lana, insieme all’ acqua e il sapone e il
calore umano amalgamano i
contatti fra le persone e fanno gioire l’animo –
In
estrema sintesi sono andata con il pensiero e la voglia di dare tante cose a
questi bambini ma la ricchezza che mi sono portata dentro è veramente
indescrivibile."
Ringraziamo ancora Ruth per aver voluto condividere la sua esperienza e per le bellissime fotografie dei piccoli artisti e delle loro bellissime creazioni che ci ha inviato.