mercoledì 6 giugno 2012

Magico Feltro in orfanotrofio Tailandese


A Phrae e a Phatcheburn.



Con  le fibre di lana che amalgamano i continenti, ancora una volta, Ruth Bucci-Baumer di origine Svizzera , che normalmente offre corsi creativi di feltro in Italia, ha  trascorso  l'inverno, come volontaria,  in due orfanatrofi al Nord e al Centro della Thailandia.
Ruth e 'stata sostenuta  dalla DHG Main Street, che  generosamente le ha fornito il materiale necessario alla realizzazione del suo progetto.

"Le casa e le scuole in Phrae e Phatcheburn  gestite da un’ associazione cristiana con sede in  Australia sono stati i luoghi nei quali ho trovato una base eccellente di lavoro come arte- terapista .
Ho cominciato a lavorare a Phrae con i bambini dell'asilo, nei quali la curiosità verso questo materiale sconosciuto ha rappresentato decisamente un buon inizio.
Il contatto con l'acqua, inizialmente  freno per questi  bambini,  ai quali era stato insegnato di non bagnarsi, presto, subentrato l’aspetto ludico, si é trasformato in un grande  interesse ed un conseguente coinvolgimento  .
Ben presto, nei piccoli, è emersa la voglia di creare, divertendosi, e giorno dopo giorno nascevano nuovi oggetti in feltro  .
Tramite questo modo  di  “fare feltro” ho potuto insegnare ai più piccoli, nel modo  sensoriale, la conoscenza dei colori, delle forme e dei materiali ed  in particolare per Freddy e Ploy,due bambini nati con  Handicap, “fare feltro” è stata una vera manna terapeutica che ha contribuito  a  migliorare il loro sviluppo psicomotorio e favorirne la crescita.

Nella  seconda struttura a  Phatcheburn, vivono  circa 100  ragazzi  di tutte le età , strutturati in piccole famiglie che frequentano  la scuola  nell’istituto adiacente, costruito dagli Australiani con il placet dello Stato Tailandese,  la scuola ospita inoltre  circa 1500 bambini provenienti da tutta la regione.
Questi  bambini potevano partecipare alle lezioni di feltro soltanto nel tempo libero dopo aver svolto i loro compiti quotidiani che consistevano in attività di pulizia,  giardinaggio, lavori in agricoltura, dare da mangiare ai pesci,  pescare e aiutare in cucina  ecc ecc.  
Con immenso piacere osservavo che appena disponevano di un poco di tempo manifestavano una gran voglia di farsi un oggetto personale.
Avere un oggetto personale in feltro veniva visto come  posizione privilegiata. I maschi volevano tutti la borsa o una cravatta, le femmine  creavano fiori o foulard leggeri.
Spesso mi sentivo in difficoltà  a rimandare i bambini al giorno successivo in quanto la partecipazione spontanea ma, così numerosa,  mi impediva di seguirli.
Percepivo, e lo confermo tutt’ oggi,  che fare feltro in Thailandia, nelle scuole e negli  orfanatrofi, ha rappresentato il veicolo ideale per creare contatti belli nello spazio di tutte le età. L’unione delle fibre di lana,  insieme all’ acqua e il sapone  e il  calore umano amalgamano  i contatti fra le persone e fanno gioire l’animo –
In estrema sintesi sono andata con il pensiero e la voglia di dare tante cose a questi bambini ma la ricchezza che mi sono portata dentro è veramente indescrivibile."

Ringraziamo ancora Ruth per aver voluto condividere la sua esperienza e per le bellissime fotografie dei piccoli artisti e delle loro bellissime creazioni che ci ha inviato.




















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